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Tanzania

SAFARI IN TANZANIA “MARA” LA GRANDE MIGRAZIONE NEL NORD DEL SERENGETI E IL LAKE NATRON

(realizzabile da luglio a ottobre)

8 Giorni/7 Notti
Il Parco Nazionale del Serengeti è famoso per essere teatro del più grande movimento migratorio di animali selvaggi al mondo, è la celebre Grande Migrazione del Serengeti, che ha come protagonisti circa un milione e mezzo di gnu e mezzo milione di zebre, alla costante ricerca di pascoli e acqua. Tra luglio e ottobre le grandi mandrie di gnu e zebre migranti continuano il loro cammino verso Nord. Il Nord del Serengeti è un’area remota, caratterizzata dalla presenza di poche strutture ricettive (tutte tendate) di piccole dimensioni. Gli ungulati si radunano in gran numero lungo il corso del Fiume Mara, infestato da famelici coccodrilli del Nilo, che dovranno attraversare. E’ il momento dei celebri attraversamenti, che vedono alcuni esemplari soccombere tra le fauci dei feroci rettili. Il percorso e i tempi della migrazione possono variare di anno in anno in base alla disponibilità di acqua e pascoli, non è possibile prevedere con precisione il momento del river crossing, tuttavia in questo periodo ci sono buone probabilità di assistere a scene memorabili.

Itinerario di viaggio

8 Tappe
ARUSHA – PARCO LAKE MANYARA – NGORONGORO
Giorno 1

Partenza da Arusha al mattino per il Parco Lake Manyara. Fotosafari nel Parco. Il Lake Manyara, sotto la scarpata della Rift Valley, ospita ambienti estremamente vari, nonostante le sue piccole dimensioni (330 Kmq, di cui 200 occupati dal lago). Si va dalle fitte foreste alimentate dalle risorgive che affiorano ai piedi della Rift Valley, alle savane, alle zone acquitrinose a bordo lago. Numerosissime le specie animali, tra cui spiccano grandi colonie di babbuini, cercopitechi e altre specie di scimmie, elefanti, giraffe e ben 380 specie di uccelli. Qui, durante il periodo da dicembre a marzo, stanziano nutriti stormi di fenicotteri rosa, che poi migrano verso il Lake Natron tra giugno e ottobre. Tra i predatori sono numerosi i leopardi e i leoni; questi ultimi, infastiditi dall’umidità del terreno e dagli insetti, hanno acquisito l’abitudine (piuttosto rara presso questi grandi felini e riscontrata solo in poche altre zone) di arrampicarsi sui rami degli alberi. In serata si raggiunge Ngorongoro.
NGORONGORO – SERENGETI
Giorno 2

Fotosafari nel Cratere di Ngorongoro. Il Cratere di Ngorongoro è un ambiente unico, senza uguali al mondo. E’ quello che resta di un antico cono vulcanico, la cui cima è collassata circa 2,5 milioni di anni fa, lasciando posto alla caldera attuale: un tronco di cono, che al suo interno ospita un “padellone” dal diametro di 16/20 km, con i bordi rialzati di circa 600 m rispetto al fondo, al cui interno si è sviluppata una savana dove vivono più di 25.000 grandi animali. Tutte le specie tipiche della regione, ad eccezione delle giraffe (che qui non trovano nutrimento) vivono nel Cratere di Ngorongoro. Il bordo del Cratere raggiunge un’altitudine di 2300 msm e offre viste da togliere il fiato. Le pendici esterne delle pareti sono ricoperte da un fitto manto di foresta primaria. In serata si raggiunge il Serengeti.
PARCO SERENGETI
Giorno 3

Fotosafari nel Parco Serengeti, il più famoso della Tanzania e uno dei più famosi al mondo. L’ecosistema Serengeti ospita più di 1.500.000 gnu, circa 300.000 zebre, 500.000 gazzelle di Thompson, più di 2700 leoni, 1000 leopardi, 500 ghepardi, enormi mandrie di elefanti, eland, impala, antilopi d’acqua, giraffe, struzzi, genette, e i corsi d’acqua sono popolati da coccodrilli e ippopotami; sono più di 400 le specie di uccelli. I 15.000 kmq del Parco Nazionale del Serengeti costituiscono solo la porzione maggiore di un ecosistema più vasto, che include anche le Ngorongoro Plains (la regione pianeggiante a Nord Est del Cratere di Ngorongoro, che gioca un ruolo importantissimo nella celebre migrazione ed è amministrata dalla Ngorongoro Conservation Area) e il Maasai Mara (che si trova più a Nord, in Kenya). Qui l’orografia, la composizione dei suoli e, conseguentemente, il tipo di vegetazione, permettono avvistamenti di animali senza uguali in Africa. Il sottosuolo, costituito (soprattutto nella parte meridionale) da rocce vulcaniche, impedisce nella maggior parte del Serengeti la crescita di piante ad alto fusto e prevalgono le praterie, quindi l’ambiente aperto favorisce gli avvistamenti. Gli gnu e le zebre del Serengeti, sempre alla ricerca di nuovi pascoli e di acqua, sono gli attori del più grande movimento migratorio di animali selvatici al mondo: è la celebre Grande Migrazione del Serengeti, che tra luglio e ottobre interessa il settore settentrionale del Parco.
PARCO SERENGETI
Giorno 4

Fotosafari nel Parco Serengeti, il più famoso della Tanzania e uno dei più famosi al mondo. L’ecosistema Serengeti ospita più di 1.500.000 gnu, circa 300.000 zebre, 500.000 gazzelle di Thompson, più di 2700 leoni, 1000 leopardi, 500 ghepardi, enormi mandrie di elefanti, eland, impala, antilopi d’acqua, giraffe, struzzi, genette, e i corsi d’acqua sono popolati da coccodrilli e ippopotami; sono più di 400 le specie di uccelli. I 15.000 kmq del Parco Nazionale del Serengeti costituiscono solo la porzione maggiore di un ecosistema più vasto, che include anche le Ngorongoro Plains (la regione pianeggiante a Nord Est del Cratere di Ngorongoro, che gioca un ruolo importantissimo nella celebre migrazione ed è amministrata dalla Ngorongoro Conservation Area) e il Maasai Mara (che si trova più a Nord, in Kenya). Qui l’orografia, la composizione dei suoli e, conseguentemente, il tipo di vegetazione, permettono avvistamenti di animali senza uguali in Africa. Il sottosuolo, costituito (soprattutto nella parte meridionale) da rocce vulcaniche, impedisce nella maggior parte del Serengeti la crescita di piante ad alto fusto e prevalgono le praterie, quindi l’ambiente aperto favorisce gli avvistamenti. Gli gnu e le zebre del Serengeti, sempre alla ricerca di nuovi pascoli e di acqua, sono gli attori del più grande movimento migratorio di animali selvatici al mondo: è la celebre Grande Migrazione del Serengeti, che tra luglio e ottobre interessa il settore settentrionale del Parco.
SERENGETI
Giorno 5

Al mattino ultimo fotosafari nella porzione nord-orientale del Serengeti prima di uscire dal Parco e raggiungere la regione del Lake Natron percorrendo una pista che offre magnifiche viste. Lungo a una cinquantina di km e largo circa 25, il Lake Natron è un lago fortemente alcalino che occupa una depressione creata dalla Rift Valley, in una regione di deserto lavico di aspra bellezza, all’estremo Nord della Tanzania. Il Natron è abituale zona di nidificazione di milioni di fenicotteri rosa che, ghiotti dei cianobatteri presenti in altissima concentrazione nelle acque del lago soprattutto durante la stagione secca (giugno-ottobre), affollano le sue sponde. L’area, estremamente arida, è dominata dal cono perfetto dell’Oldoinyo Leng’ai, il vulcano sacro al popolo Maasai che lo considera la dimora del Dio Leng’ai. Con un altitudine che sfiora i 3000 msm, l’Oldoinyo Leng’ai è l’unico vulcano al mondo ad emettere lava natro-carbonatitica, ricca di carbonato di sodio, a bassissima viscosità e temperatura, dato che sgorga fra i 500 e i 590°C. Durante le emissioni di lava, questa appare come una specie di “fiume” molto fluido, di colore scuro, che alcuni hanno paragonato a un flusso di fango; dopo l’emissione, al contatto con l’acqua, la lava natro-carbonatitica cambia rapidamente verso il colore bianco, facendo sì che la sommità del vulcano sembri ammantata di neve. L’ultima eruzione del dicembre 2007/gennaio 2008, ha reso ancor più impervia e difficile l’ascesa alla sommità del vulcano, dal momento che ha cancellato completamente l’effimero sentiero che a tratti si poteva seguire e ha eliminato le piccole zone pianeggianti dove ci si poteva fermare per prendere fiato. Da quel momento non organizziamo più trekking sull’Oldonyo Leng’ai. Al pomeriggio è prevista l’escursione a piedi lungo il torrente Engare Sero che scorre in una stretta gola rocciosa, fino a una bella cascata dov’è possibile fare il bagno. Non è un trekking difficile, ma si cammina a tratti con i piedi nell’acqua (che raramente arriva all’altezza del ginocchio): necessario pertanto munirsi di costume da bagno e scarpe antisdrucciolo. Le sistemazioni al Natron sono poche e piuttosto spartane. Suggeriamo di includere questa tappa a tutti i viaggiatori che vogliono vivere un’esperienza diversa rispetto al classico safari.
SERENGETI – LAKE NATRON – MTO WA MBU – PARCO TARANGIRE
Giorno 6

Al mattino escursione a piedi fino alle sponde del Lake Natron, attraverso un paesaggio aspro e quasi lunare. Si percorre la scenografica pista che attraversa una vallata costeggiata dai picchi vulcanici frutto dei movimenti tellurici conseguenti alla fatturazione del Rift fino a raggiungere Mto wa Mbu e procedere per il Parco Tarangire. Fotosafari al pomeriggio.
PARCO NAZIONALE DEL TARANGIRE
Giorno 7

Con i suoi 2.600 Kmq il Parco Nazionale del Tarangire costituisce un ambiente diverso dagli altri Parchi del Nord. Largo una trentina di km in direzione est-ovest e lungo un centinaio di km in direzione nord-sud, il Tarangire è il “parco dei giganti”: ospita infatti colossali baobab e grandi mandrie di elefanti, oltre a leoni, leopardi, antilopi, gazzelle, gnu, zebre, bufali e circa 500 specie di uccelli (tra stanziali e migranti), la più alta concentrazione della Tanzania. Il fulcro della vita è il fiume omonimo, che durante la stagione secca diventa, insieme alla Palude di Silale, l’unica fonte d’acqua disponibile e attira una gran quantità di animali.
ARUSHA – ITALIA
Giorno 8

Rientro ad Arusha per il pranzo e transfer in aeroporto. Partenza con volo di linea per l’Italia.
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